I cambiamenti climatici e l’impatto delle coltivazioni intensive impongono un cambio di paradigma in agricoltura (e non solo). E’ da qui che nel 2012 siamo partiti, ripensare alla terra, riavvicinarsi ad essa, prendersene cura, piantare alberi, sembra una pazzia ma noi ci stiamo provando ne abbiamo piantati già più di 5000 e non vogliamo fermarci, il nuovo habitat che si è creato ci da la forza per continuare. La biodiversità recuperata, farfalle, api, picchi, ghiandaie, lepri e faggiani ci accompagna nel nostro lavoro.
Vogliamo fare come Jean Giono “l’uomo che piantava gli alberi” 1953 e come il topo nella fiaba di Gramsci “Il topo e la campagna” e rinsaldare la promessa antica di proteggere il nostro mondo e la sua bellezza.